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  • Redazione

Visita Pastorale/Isola Liri: incontro catechisti

Nell’ambito della Visita Pastorale nella Zona di Isola del Liri, il Vescovo Gerardo ha vissuto alcuni momenti di incontro con gruppi di operatori pastorali, riuniti a livello di unità interparrocchiale di Isola del Liri, Carnello, Castelliri. Incontri belli per la circostanza del radunarsi e per l’immediatezza del rapporto, efficaci per l’indicazione di linee programmatiche, che andranno poi verificate ed attuate nella prassi della vita parrocchiale. In particolare, ilVescovo ha incontrato i catechisti (con gli animatori liturgici e gli operatori della carità) per ascoltarli, interagire, rallegrarsi delle tante positive realtà e immaginare di rilanciarle mediante un nuovo impeto missionario e di primo annuncio. Infatti,se fino a qualche anno fa,si dava perscontato che la famiglia e la comunità garantissero la formazione cristiana o la conoscenza delle preghiere o la familiarità con Gesù, e di conseguenza si riteneva che la catechesi portasse ad un approfondimento delle conoscenze e a trovare le motivazioni per vivere da vero discepolo, oggi tutto è cambiato. Il cosiddetto cristianesimo sociologico non esiste più - ci ricorda spesso il Vescovo - e dobbiamo aprire nuove strade per l’annuncio del Regno. Tante sono le questioni aperte, alcune delle quali si ripropongono periodicamente, quasi ad attestarne la particolare importanza. Per esempio, la necessità di evolvere dal catechismo inteso come corso in vista dei Sacramenti all’itinerario di iniziazione o al catecumenato, cioè ad una catechesi che introduca progressivamente alla vita cristiana. Anche il ruolo del catechista continua ad interrogarci: ancora è troppo legato alla figura dell’insegnante piuttosto che dell’accompagnatore, cioè persona capace di favorire un’esperienza di fede completa che abbracci le tre dimensioni della vita cristiana (Parola, Sacramento, Carità). In questo senso,sarebbe anche importante pensare di passare dal singolo catechista al gruppo di accompagnamento e impostare un cammino che veda anche il coinvolgimento degli operatori della carità e degli animatori della liturgia. A proposito di gruppo, si può ipotizzare, anche se andrà valutata caso per caso, la possibilità di passare dal gruppo di catechesi (che si identifica con la classe di scuola) al gruppo catecumenale (che cioè valuti il vissuto del ragazzo, del suo livello base). In tal modo si potrebbe transitare da itinerari uguali per tutti ad itinerari differenziati, che tengano conto del cammino delle singole persone e delle proprie famiglie, della capacità e della differente disponibilità dei genitori a fare catechesi e a parlare di Gesù in casa. Anche per quest’ultimo motivo va incrementata e privilegiata l’evangelizzazione e la catechesi degli adulti (anche in forma disecondo annuncio, per quei battezzati che sisono allontanati) e della famiglia, da coinvolgere il più possibile nella vita attiva della comunità. Fondamentale, va ribadito, è anche il superamento della mera iniziazione ai Sacramenti verso la più sostanziosa esperienza dei Sacramenti, che ha il suo centro e il suo culmine nella Celebrazione Eucaristica della domenica. Dunque, da parte del Vescovo la richiesta accorata di attenzione nelle nostre comunità per riappropriarci di uno stile pastorale più dinamico, creativo e missionario; lo stimolo a cambiare la mentalità e le strutture per aprirci all’ascolto delle persone; l’indicazione di un aiuto più concreto alle famiglie perché riscoprano il proprio ruolo primario nella iniziazione alla vita cristiana dei figli. È, allora, sempre più importante garantire la formazione dei catechisti (ma anche degli animatori della liturgia e della carità), perché essi, in comunione con i loro parroci, costituiscano un vero e proprio“gruppo di accoglienza e di accompagnamento”delle persone che chiedono di essere iniziate alla vita cristiana, in modo che queste ultime trovino sempre qualcuno capace e disposto ad ascoltarle e ad accompagnarle. Istanze, progetti, riflessioni, speranze … anche questo è la Visita Pastorale del Vescovo Gerardo, un cantiere aperto e sempre in opera, a maggior gloria di Dio. Don Giuseppe Basile

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