La famiglia che prega unita rimane unita e diventa Chiesa
“Convertitevi, e credete al vangelo” (Mc 1,15), questa l’esortazione che risuona nelle nostre chiese il Mercoledì delle Ceneri, invito che suggella, in maniera sintetica, ma profonda in virtù della sua essenzialità, l’intero senso teologico del tempo liturgico di Quaresima, cammino di grazia che, conducendoci verso l’esultante gioia della Pasqua, cichiede di tornare con ilcuore a Dio e di far crescere in una responsabile maturità la nostra vita di fede a livello personale, familiare ed ecclesiale. E quale strumento,se non l’esercizio assiduo della preghiera, può aiutarci a realizzare un vero itinerario di conversione che ci armi e ci difenda nel combattimento contro le seducenti insidie del male e, al contempo,ci disponga a costruire una sempre più salda e intima relazione di fiducia e di quotidiano dialogo con il Signore e la sua Parola che vivifica i deserti della nostra anima? La preghiera, infatti,cosìcome afferma Tertulliano “lava i peccati, respinge le tentazioni, incoraggia i generosi, guida i pellegrini […], rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti”. Grande, pertanto, è la sua efficacia nell’avvicinare i cuori a Dio e nel far scaturire una fede che possa dirsi autenticamente evangelica.Proprio per questo motivo, nella comunità parrocchiale di Alvito, in accordo con il Consiglio pastorale e il parroco, don Alberto, si è deciso di riprendere anche per il tempo di Quaresima, un’iniziativa già positivamente sperimentata in Avvento e il cui slogan suona così: “Facciamo Famiglia Pregando: La famiglia che prega unita, rimane unita e diventa Chiesa”. In particolare,con tale proposta,che si pone come scopo primario il contribuire a far maturare e a rendere sempre più vivo e sentito il senso ecclesiale dell’essere cristiani,si intende mettere in evidenza come la famiglia abbia intrinseca la vocazione ad essere“icona di Dio” e dunque a rendersi “chiesa domestica”, a trasformarsi in una “piccola chiesa”. Lo spazio vitale della famiglia, allora, luogo teologico dove si manifesta l’amore creativo e fecondo di Dio, può trasfigurarsi in uno spazio dove incontrare il Signore, dove permettere a Cristo di sedere alla nostra stessa mensa,dove sperimentare l’affetto e ilcalore della presenza divina. La stessa comunità parrocchiale, in tale prospettiva, non è altro che una “famiglia di famiglie”, la cui vita e la cui crescita può essere promossa solo attraverso l’unione deicarismi e dell’impegno unico e irripetibile di ciascun membro. A tal proposito, le famiglie sono state invitate a vivere in modo più intenso i periodi “forti” dell’anno liturgico (Avvento-Natale, Quaresima-Pasqua), valorizzando il momento della preghiera. Infatti, è attraverso la coltivazione di pratiche comuni di testimonianza di fede e preghiera in famiglia che può essere incoraggiata la crescita nella spiritualità delle nuove generazioni e la promozione del loro cammino di fede. Più nello specifico,l’impegno si articola su tre piani: personale (preghiera del mattino e della sera), familiare (momento di riflessione e preghiera in famiglia) e comunitario (partecipazione all’Eucarestia domenicale). E tutto ciò da realizzarsi attraverso l’aiuto di due sussidi: una sorta di“pagellina” con le preghiere personali e una piccola guida con meditazioni da condividere in famiglia che - per questo periodo quaresimale - riprendono le illuminanti parole del nostro Vescovo Gerardo sui temi del discernimento spirituale e della Parola di Dio. L’obiettivo è quello di riuscire a vivere le principali tappe dell’anno liturgico in maniera più intensa, invitando le famiglie e la comunità ad una preghiera che “scaturisca dalcuore”(San Giovanni Crisostomo), una preghiera che insegni ad “avere fame di Cristo” (postcommunio I Domenica di Quaresima) la quale, soprattutto, susciti in tutti, piccoli e grandi, la voglia di riscoprire la propria vocazione battesimale ad essere sacerdoti, re e profeti, facendo così maturare un più forte senso di appartenenza e comunione ecclesiale.
Paolo Pizzuti
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