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Redazione

L'amore salverà il mondo

Nei tempi che corrono, persino lo psichiatra è arrivato a mettersi la mano in testa. E se le ragioni possono essere tante, la preoccupazione più grande sembra quella di trovarci davanti a una società vittima dell’insicurezza sempre più dilagante,che sta portando la società da “liquida” a “insicura”,con la conseguenza di un disfacimento nello smarrimento: uomini e donne sempre più amareggiati, delusi, disorientati e smarriti. Mancano punti fermi di riferimento, mancano certezze. Sono in tanti a lamentarlo. Un’intervista che circola sul web mi è giunta proprio mentre stavo riflettendo sulla situazione del mondo e della Chiesa in questi ultimi giorni,con sempre nuove minacce di guerra da una parte e dall’altra attacchi sempre più forti e mirati al Papa, che giungono anche dall’interno e dai vertici a lui più vicini. Le domande che sorgono sono tante e non è facile trovare risposte. Prenderne atto è già qualcosa,perché il problema più grande troppo spesso sta nell’ignorare o nel minimizzare. Quella società che fino a non molto tempo fa sembrava già ben pennellata con il termine “liquida”, oggi pare che debba “arricchirsi” anche dell’aggettivo “insicura”. Nell’intervista raccolta dalla giornalista Linda Varlese il prof. Andreoli, noto psichiatra a livello mondiale, precisa che si tratta di “un’insicurezza paralizzante che ci investe dentro di noi e fuori di noi”, e il cui risultato “è un uomo che finisce per vivere malissimo e per non fare nulla,che non ha nemmeno più il coraggio di agire”. Fissandolo nel titolo di un suo libro egli sostiene che "si è rotto l'uomo, paralizzato dalla paura". È chiaro che,stando così le cose, la situazione è grave e la soluzione non è semplice. Ma nello stesso tempo si capisce che …non si può stare semplicemente a guardare, stringendo le spalle da rassegnati, ma ciascuno è chiamato a fare almeno quello che può. Senza nulla togliere a quanto altri, esperti e non, potranno offrire,mi son permesso di apportare un mio piccolo contributo. Sia dando risonanza al problema, ma anche condividendo un povero pensiero che è invito a tener conto che,sin dalle origini, l’uomo di tentazioni e di problemi ne ha avuto tanti. E la sua fragilità e insicurezza più grande l’ha avuta dacché ha “tagliato” con il suo referente numero uno: Dio. Possiamo continuare a girarci attorno,ma il problema è quello di sempre: chiamato ad amare, l’uomo ha a che fare con coluiche odia la sorgente stessa dell’amore, per cui non deve mai dimenticare che la sua lotta più grande è tra la Verità e il menzognero, tra il bene -che è fonte di gioia, di luce e certezza di vita - e l’ingannatore che odia la luce e procura la tenebra. Ringrazio il professore per aver stimolato al coraggio e soprattutto per aver fatto riferimento alla sua testimonianza personale là dove, rispondendo a una domanda, dopo aver affermato “Io vedo questo uomo che è lì che aspetta e non si sa cosa aspetti”, ha continuato: “Il mio compito in quando psichiatra è tentare di far capire che bisogna fare qualcosa in una società in cui persino quello che dovrebbe dare sicurezza genera oggi insicurezza”. Non sto qui a cercare le ragioni e neppure i colpevoli, ma proprio come lo psichiatra,mi sento chiamato a fare anch’io la mia parte. E sono d’accordo con lui che alla domanda “come facciamo a venirne fuori” risponde offrendo due piste: “primo dovere è dare sicurezza [perché] la gente deve avere una speranza”; la seconda è “ritrovare un’economia del fare il bene… ritrovare il senso che l’uomo ha bisogno dell’altro uomo”. Forse non sarà molto ma è già un buon punto di partenza. E se si fosse in tanti qualche buon frutto ne verrebbe. Se poi vogliamo essere ancora più forti mettiamoci anche l’invito all’esercizio più pieno e concreto di quell’Amore che si chiama misericordia. Perché è stato l’Amore a salvare il mondo e l’Amore lo salverà ancora.


Don Alberto Mariani

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